L'Esperienza a Casa Brecceto 🍷

Dopo la visita della scorsa settimana nella cantina di Pasquale Di Pietro e il gustoso pranzo alla Trattoria di famiglia Di Pietro, in compagnia di Sergio D'Amato, non solo mio fidato ambasciatore dei vini artigianali, ma anche caro amico, siamo arrivati a Casa Brecceto, attraversando una strada bianca irpina.



Strada Bianca Irpina

Ci troviamo ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, intorno alle 5 del pomeriggio.
Il miglior orario possibile, almeno per me che amo una certa luce, quasi in vista di un tramonto in una limpida giornata di fine gennaio, con la "Dormiente del Sannio" a fare bella mostra di sè, proprio in direzione calar del sole.

 


L'accesso alla vigna non è consigliato, perchè il terreno è troppo fangoso, ma ne ho aprezzato la vista sia a monte che a valle.
Siamo intrattenuti piacevolmente da Igor al pianoforte, in primis musicista, ma anche responsabile grafico di Casa Brecceto (e non solo), mentre attendiamo l'arrivo di Fortunato, accompagnato dal suo fido Ciccio.
(Ecco! Mi pento di aver lasciato la mia cagnolina Coco a far guardia all'enoteca, invece di portarla con me, ma la prossima volta, avendo conosciuto il simpatico Ciccio, di sicuro mi accompagnerà)

Bando alle ciance, andiamo al sodo! 😄

La degustazione è guidata direttamente dall'enologo Fortunato Sebastiano, che, mentre assaggiamo i vini, ci racconta esattamente cosa stiamo provando e soprattutto perchè!
Degustare il vino, che è ancora in una fase di attesa, con la persona che ha deciso quell'attesa, mi pone proprio nella giusta dimensione di maggiore attenzione e comprensione.

Casa Brecceto si può definire davvero "Casa"; si prova una forte sensazione familiare, non solo per il suono del pianoforte, per lo scondizolare del cane, per il tramonto che ti conquista o per le (innumerevoli 😊) bottiglie stappate in armonia, ma sopratutto perchè si avverte un sincero entusiasmo nell'accogliere, nello stare insieme e nel condividere.
Davvero emozionante!
Ti senti già parte di quel gruppo di amici che dal 2017 si riunisce proprio in quella piccola tenuta sulle colline di Ariano Irpino.
Eppure li ho appena conosciuti!

Ad avviare il progetto sono stati Oto Tortorella, Igor Grassi e Fortunato Sebastiano, tre amici con una lunga esperienza nella produzione di vini artigianali.
Oggi il numero di soci è arrivato a cinque.
Ognuno ha un suo ruolo preciso ed ognuno contribuisce con la propria energia alla piena realizzazione di quel progetto che continua nel tempo e il cui motto è "Agricoltura pulita, amicizia e sete".

In campo l'azienda fa agricoltura biologica e utilizza preparati biodinamici.
In cantina la fermentazione delle uve è spontanea, si utilizzano minime quantità di solfiti solo al momento dell'imbottigliamento.

Il lavoro viene svolto manualmente, senza alcuna tecnologia particolare in cantina, l'invecchiamento avviene in anfora, vetroresina, acciaio, legno, a seconda dei vini e delle annate.

I terreni si alternano tra argillosi, con una buona sostanza organica e abbondante scheletro e sabbiosi, ricchi di depositi marini.

Il primo vino prodotto fu il Pitatza, da uve aglianico in purezza.

Abbiamo provato dalla vasca il Nadar 2023, da uve fiano, con dei profumi davvero avvolgenti e su cui ci sono molte buone aspettative!

Durante la degustazione ho confessato di avere una predilezione per Lapoderosa 2022, da uve coda di volpe ed anche la nuova annata 2023 provata oggi, ha una piacevelozza intensa, forse per la sua più lunga macerazione.
Direi, in sintesi, che tutti i nuovi vini provati dalle vasche, nonostante l'annata 2023 sia stata un'annata piuttosto difficile, sono risultati sorprendenti!

 




Intanto godiamoci le ultime bottiglie dei vini dell'annata 2022 🍷