La longevità dei vini 🍷 Esperienze personali

col|le|zió|ne

s.f.

sec. XIV; dal lat. collectiōne(m), der. di colligĕre "raccogliere".


Nel campo alimentare il concetto di “collezione” non è sempre ammesso, soprattutto in questo periodo storico, in cui qualsiasi cosa di “pronto e subito” è diventato un grande business.


Si tratta di un contesto in cui all’evoluzione del vino o per meglio dire all’evoluzione del vino in bottiglia viene data poca importanza.

Il mercato, le abitudidini, ci suggeriscono la “fretta del consumo”.

Ma questo vale anche per il vino?

Certo che sì. Ma anche no! Dipende!

Che tipo di consumatore sono? Mi piace collezionare? Ho il piacere di scoprire l’evoluzione in un vino?

Acquistando, ad esempio, una giacca non vedo l’ora di indossarla; questo nel vino non funziona, anzi, non funziona sempre così!

Ci sono alcuni vini che vanno bevuti “subito”, altri in cui l’attesa può regalarti quel piacevole senso di scoperta, di esplorazione. Il timore dell’attesa è di per se stesso emozionante.

Ho aperto qualche giorno fa un vino che avevo in cantina, conservato in modo “mediocre”, diciamo lasciato lì a sfidare il tempo, senza tutte le opportune attenzioni di temperatura ed umidità.

La prima sorpresa c’è stata quando ero pronta a stappare la bottiglia, avevo davanti a me cavatappi di tutti i tipi per affrontare l’impreveduto.

Ed ecco la sorpresa: il tappo non aveva avuto alcun cedimento: annata 1999, aperta per festeggiare un venticinquesimo!

Un Syrah di Cortona, più o meno blasonato, che ha lentamente sprigionato una piacevolezza spiazzante.

Il tempo non ne aveva scalfito nè colore nè aroma. Poteva essere, alla cieca, un vino di 3-5 anni di età eppure gli anni erano molti di più.

Il passare del tempo ha spesso questo incantevole risvolto.

Pensaci e se sei un collezionista stappa le bottiglie che hanno sulle “spalle” gli anni giusti! 😀