Che bella scoperta! 🍇
In visita alla Cantina Fuocomuorto di Ercolano.
Oggi vorrei portarti con me a visitare l’azienda agricola Fuocomuorto.
Andiamo ad Ercolano, nella contrada Croce dei Monti, per una stradina che si arrampica sulle pendici del Vesuvio. Siamo ad un'altezza di 350/400 metri sul livello del mare, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio.
Quella che ti racconto è la storia di una vigna a conduzione familiare, di Vincenzo Oliviero e di suo figlio Gennaro.
La mia curiosità è nata dopo aver provato, durante il sabato del vignaiolo FIVI, il 6 maggio scorso, i loro vini bianchi, apprezzandone immediatamente la franchezza e subito ho pensato di approndire la loro conoscenza con una visita direttamente in cantina.
L'accoglienza di Gennaro è stata davvero calorosa. Mi ha mostrato con orgoglio la cantina naturale scavata nel tufo, esempio unico per Ercolano. E' quella che vedi nella prima immagine. Un minuscolo gioiello, testimonianza di un'antica vinificazione, che veniva utilizzata anche come rifugio per difendersi dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Documenti siglati con il timbro del Regno delle Due Sicilie, preziosamente conservati, testimoniano l'appartenza della cantina alla famiglia Oliviero fin da quell'epoca.
Tratti affascinanti di storia vissuta, che oggi si concretizzano in una proprietà di circa tre ettari, di cui due destinati alla coltura della vite, il resto ad olivi e alberi da frutto.
Continua la mia esperienza unica e suggestiva alla cantina "Fuocomuorto", con Gennaro che mi racconta:
"ci troviamo nella parte della cantina dove era ubicata una cisterna di acqua piovana, con la temperatura che varia, in modo assolutamente naturale, dai 6° ai 26°.
Da sempre in vigna abbiamo il caprettone, che un tempo era confuso con la coda di volpe. Il caprettone ha un acino più grande, una buccia più spessa e un grappolo più spargolo della coda di volpe, con una resa molto bassa. La vigna è a piede franco.
Il Caprettone lo vinifichiamo con il sistema tradizionale; dopo la pigiatura delle uve, lasciamo macerare le bucce per un anno in acciaio, in modo da ottenere quel colore intenso, che dopo anno di affinamento in bottiglia diventa giallo oro.
Il primitivo invece è stato impiantato per desiderio di mio padre, che è un amante dei vini più complessi. Il primo esperimento è andato bene, per cui abbiamo proseguito con la produzione. Un anno in barrique ed un anno in bottiglia, per poi passare alla vendita".
Nella produzione dei loro vini vengono seguiti dal vesuviano enologo Antonio Pesce, che conosce alla perfezione il territorio.
Intanto penso... ma che bella esperienza! Torno a casa felice di aver trascorso un pò di ore in quella cantina e con quelle persone!
Buona degustazione!
Simona