Venerdì 4 Agosto 2023 "Tasting Impossible" a Lapio

 Produttori di Vino A Lapio

Lo scorso venerdì 4 agosto a Lapio, Luciano Pignataro ha organizzato, con il supporto di Tommaso Luongo, Presidente AIS Campania, una masterclass particolarmente bella:

"Tasting Impossible: la mia prima volta".

Una degustazione di Fiano di Avellino, che ha coinvolto i produttori di Lapio, nel racconto della loro "prima volta", ovvero la prima annata di Fiano prodotta. Non per tutti è stato possibile riproporre la prima annata, ma abbiamo avuto l'opportunità di provare una delle "più vecchie" disponibili in cantina.

Questo viaggio nel tempo attraverso le annate è stata un'occasione unica per capire come l'evoluzione può influenzare il carattere e la complessità dei vini.

Ecco alcuni punti chiave emersi dalla serata di degustazione:

  1. Focus sui Vini Bianchi Campani: argomento della serata i vini bianchi che in Campania rappresentano circa il 50% della produzione, con una diversità di sapori e profumi tali da soddisfare il gusto degli appassionati.

  2. Partecipazione di Produttori: la degustazione ha coinvolto produttori di vini campani, in particolare quelli provenienti dalla zona di Lapio, con l'eccezione di Terredora, che ha una vigna a Lapio chiamata Campore. I produttori presenti: Laura De Vito, Angelo Silano, Raffaele Pagano di Joaquin, Adolfo Scuotto di Tenuta Scuotto, Ercole Zarrella di Rocca del Principe, Daniela Mastroberardino di Terredora, Filadoro, Carmela Cieri di Colli di Lapio e Nicola Romano.

  3. Il Fiano: protagonista il Fiano, la sua naturale vocazione all'invecchiamento e un approfondimento sulle sfumature che può acquisire nel tempo. Si è menzionato anche la capacità del Fiano di esprimere le caratteristiche dell'areale, delle contrade, dei versanti e delle altitudini, in sintesi l'importanza del terroir nella produzione di vino.

Laura De Vito, dell'omonima azienda, con il suo Fiano di Avellino Elle 2018 ha dato il via alla degustazione dei vini e alla presentazione dei produttori, narrando del proprio lavoro nelle tre vigne di proprietà della famiglia di suo marito, ognuna situata in una contrada diversa e da cui si producono tre vini. La quarta vinificazione è dedicata alla produzione di un blend, il Fiano in degustazione, per cui si utilizzano le uve provenienti dalle tre diverse vinificazioni.

Elle 2018, racconta Laura, "come per tutte le vinificazioni dei vini dell'azienda, il vino è rimasto contatto fecce fini per 8 mesi. Inoltre è affinato in acciaio e vetro per almeno 24 mesi dopo la vendemmia. Questo periodo di invecchiamento è cruciale per consentire al vino di sviluppare ulteriormente il suo carattere e armonizzarsi".

Il Fiano di Laura De Vito è il più giovane di quelli degustati, ne risulta chiaro che l'azienda stia adottando un approccio meticoloso nella produzione dei suoi vini, cercando di catturare il meglio dalle diverse contrade e annate, affinchè i vini riflettano appieno il territorio nel tempo.

Di Angelo Silano abbiamo provato il Fiano Vigna Arianiello nell'annata 2016. Come lo stesso produttore ha definito "annata equilibrata" ovvero un'annata in cui le condizioni climatiche sono state favorevoli alla produzione di uve di alta qualità.

Il vino degustato è stato descritto perfettamente da Tommaso Luongo: "vino dal colore impeccabile giallo dorato, profumi fruttati di arancia, di fichi secchi e spezie esotiche ed una bocca dolce."

 Raffaele Pagano di Joaquin, attivo da anni nella produzione di vino a Lapio ha proseguito  il racconto dei produttori con la sua esperienza, l'annata del Fiano è  la 2012, "un'annata atipica per condizioni climatiche, infatti la raccolta delle uve per questo vino si svolse alla metà ottobre. In azienda l'uso della tecnologia è limitato, si preferisce un approccio più tradizionale alla vinificazione. Si lavora molto con il contatto sulle fecce fini (i residui solidi dell'uva) per arricchire il vino di complessità e struttura".

In generale, Raffaele Pagano di Joaquin è fortemente impegnato nella produzione di vini artigianali e tradizionali, con un'attenzione particolare alle specificità delle annate e del territorio di Lapio, utilizzando anche botti in acacia e castagno per il loro invecchiamento. Approccio che in questi anni ha dato vita a vini unici e affascinanti.

Il vino mi è piaciuto molto, con la sua sobrietà ed anche una certa ritrosia nonostante l'età!

Tenuta Scuotto sorge a Lapio al cospetto del monte Tuoro, su una incantevole collina, domina un paesaggio incontaminato, circondato da vigne rigogliose. Le caratteristiche del suolo, l'esposizione ed il microclima del territorio, creano condizioni uniche per la produzione di vini di grande pregio. Adolfo Scuotto ci ha proposto il suo Fiano di Avellino DOCG nell'annata 2011. Ancora fresco colpisce per potenza e note minerali.

Ed è la volta di Ercole Zarrella di Rocca del Principe, che introduce la sua realtà e propone una delle annate migliori del Fiano, la 2010. Annata che conosco molto bene perchè ho avuto la fortuna di poter proporre a numerosi clienti appassionati, qualche anno fa e che ha contribuito moltissimo a confermare il potenziale evolutivo di questo vitigno. Il vino è perfetto, emozionante e probabilmente quello che è piaciuto di più alla platea.

L'azienda Terredora è qui rappresentata da Daniela Mastroberardino, protagonista con la sua famiglia del successo dei vini irpini nel mondo. Pur non avendo la cantina a Lapio, Terredora possiede qui uno delle sue vigne in contrada Campore. Il vino prodotto è dunque un cru, Il Fiano di Avellino "Campore", di cui abbiamo provato l'annata 2008.  Da una vendemmia tardiva di uve selezionate, raccolte a fine ottobre, segue vinificazione e affinamento “sur lie” per 5-6 mesi, matura in parte in piccoli legni francesi, e successivamente in bottiglia. Complessità ed eleganza.

 Dell'azienda Filadoro, sempre di Lapio, abbiamo provato l'annata 2008. Anche in questo bicchiere, il tempo ha regalato complessità e aromi.

La più antica azienda di Lapio è sicuramente Colli di Lapio di Clelia Romano, ricordo che per l'annata 2008 si era aggiudicata il premio come "Miglior Vino Bianco D'Italia" del Gambero Rosso. L'azienda rappresentata da Carmela Cieri, figlia di Clelia, ha proposto in degustazione il Fiano di Avellino 2007.  Annata molto calda, il vino sprigiona ancora tanto fascino con le sue note minerali e tostate che riportano immediatamente alla mente a vini d'oltralpe. Ottimo.

Dulcis in fundo il produttore Nicola Romano tenendo fede al tema della degustazione ha proposto il Fiano di Avellino "Apianum" annata 1989, una bella sfida qui purtroppo il tempo non ha consentito la perfetta conservazione. L'azienda è gestita direttamente da Nicola Romano e suo figlio Amerino ha dunque un approccio familiare.

 Vini Fiano Vecchie Annate Tasting a Lapio

 

 Considerazioni finali:

Sebbene la Campania sia conosciuta per una vasta gamma di vini, appare evidente oggi una maggiore attenzione ai vini bianchi. In effetti negli ultimi anni, c'è stata una tendenza crescente verso la riscoperta dei vini bianchi in molte regioni vinicole italiane. Se i bianchi campani vengono prodotti con attenzione alla qualità, possono competere a livello nazionale e internazionale, contribuendo a promuovere la reputazione della regione come produttrice di vini bianchi di classe mondiale. Non dobbiamo dimenticare che la Campania è ricca di varietà autoctone di uva bianca, come il Fiano, il Greco e la Falanghina, valorizzare queste varietà, continuare a sperimentare per migliorare la qualità dei vini bianchi può portare a risultati molto positivi per il comparto vitivinicolo della nostra regione.